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giovedì 2 febbraio 2012

Ex plain


E' caduta, ancora, bianca, rassegnata, a terra, distesa e immacolata, subito debole, poi, via via, con tenacia si è alzata, a mulinello, pesante, fermando chi non aveva i mezzi a chiedere soccorso. E' precipitata, da sola, in silenzio, senza avvertimento, ricoprendo tutti i campi con urgenza e senza voce. Il luccichio aumentando imbroglia le percezioni, e le previsioni si confondono col passa parola, si aspetta il bollettino: è allerta. Ed intanto si sta, come un isolamento, contro un vetro, a fare una radiografia di un ambiente all'occhio disinfettato, sterile come le impressioni che riporta ad ognuno, falsificandole soggettivamente.
E' pericolosa questa situazione? Testa o cuore? Il primo ha troppe implicazioni, il secondo non è mai tale. Episodi ripetuti fino a notte, manifestazioni d'amore coi fiocchi, la pressione aumenta le intemperie, il ghiaccio incide gli spostamenti. Chiudo gli occhi, per me domani si torna alla normalità.
A guardarla da qui, al sicuro, mi richiama tutti i trascorsi da bambina, forse a ridosso di ricorrenze, il venire alla luce, come una verità, e la nostalgia mi assale di non poterla toccare, magari poi scompare.

“ Sei bagnata in volto”.
“ Naturale, ho baciato la neve”
“ Non ci credo”
“ Testa o croce?”